La comunicazione è un fenomeno complesso, in cui
si mescolano elementi naturali e convenzionali, sintattici
e semantici, pragmatici ed emotivi. I processi,
e le attività, comunicativi sono intessuti di metafore,
significati, codici, intenzioni, progetti, scopi e
aspirazioni, volontà di collaborazione e di coinvolgimento
dei partecipanti che ne fanno una delle
dimensioni umane più belle e, allo stesso tempo,
faticose.
La comunicazione conduce i dialoganti a
un continuo controllo e aggiustamento dell'interazione
e della condivisione, alla costruzione di convergenze
mutevoli ed empatiche.
Nell'era digitale, dunque, se le nostre competenze
comunicative non evolvono, presto o tardi, ci ritroveremo
fuori gioco, seduti in panchina e… non
avremo più niente da dire, perché ci mancheranno
le categorie del "come" dirlo.
C'è bisogno di educatori e di comunicatori che
testimonino l'ebbrezza e la determinazione interiore
per affrontare il mare aperto della trasformazione;
che siano essi per primi uomini e donne di avventura;
esploratori umili e perseveranti che sappiano fissare
lo sguardo su una terraferma che resta però
sempre futura, in avanti; che non posseggano sempre
tutte le risposte, ma conoscano qualche segreto
pratico e concreto per vivere senza troppa paura, e
per continuare a fidarsi della rotta che di notte ci
offre soltanto la stella polare.
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